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23 agosto 2011 2 23 /08 /agosto /2011 15:14

Era calato il sole nel pollaio, le galline salirono sul loro trespolo per passare la notte, al canto del gallo sarebbero scese ed aspettato la massaia che portava loro da mangiare.

Piumina è una gallinella giovane e vivace, non le piace quella vita e poi le hanno detto che dopo tanta noia le avrebbero tirato il collo e messa in pentola.

Questo lei non lo accettava e si lamentava con le altre galline.

E' il nostro destino disse la chioccia più anziana, fare uova e finire in pentola.

No!, no! e no! io non lo accetto disse Piumina, sento tanti rumori là fuori e voglio vedere cosa c'è quì attorno e anche più lontano.

La vecchia chioccia rispose a Piumina,-: là fuori c'è il mondo fatto di tante cose diverse e tanti pericoli e tu sei una gallina non sapresti sopravvivere!

Piuttosto di stare quì e aspettare che mi tirino il collo, preferisco andarmene e sarà quel che sarà!

Con un battito d'ali saltò il recinto e si allontanò.

Vide una ciotola piena di cibo e si avvicinò, :- ferma! le disse il cane Bob, cosa credi di fare? - sono uscita dal pollaio apposta per avvertirti, ho visto il gatto aggiungere qualche cosa alla tua ciotola, senzaltro è del veleno.

Cosa! come si è permesso! e corse via a cercare il gatto Piter.

Piumina mangò a sazietà e si allontanò, camminava felice con la pancia piena lungo il sentiero quando udì delle rane gracchiare nel fosso, si avvicinò -: cosa fate lì? -:passiamo il tempo ma che noia disse una di loro, poi ci catturano e ci mettono nel risotto disse un'altra.

Io vado in giro ad esplorare disse Piumina se volete venire anche voi!

Le due rane si aggregarono e avanzarono sul sentiero saltellando a lato della gallinella.

Un po' più avanti trovarono un recinto di maiali, un piccolo era in lacrime in un angolo.

Perchè piangi? chiese Piumina -: hanno portato via la mamma per farne prosciutti e hanno detto che prenderanno anche me per fare il maialino arrosto, e giù lacrime...scappa! vieni con noi! -: ma dove? chiese il maialino, -: non lo so! rispose Piumina però se non altro sarai vivo!

Il maialino partì con loro, arrivarono sul ciglio di una strada, avrebbero voluto attraversare ma c'era troppo traffico e troppo rumore; non  mi piace! disse Piumina, meglio entrare nel bosco,

-: ma è troppo buio abbiamo paura!

 seppure tremanti e guardinghi lo attraversarono, giunsero in una radura libera dagli alberi con del granoturco che brillava al sole.

Che bello! disse Piumina fermiamoci quì!, Sì! disse il maialino, ho visto delle querce ci sono le ghiande per me! e la c'è uno stagno! dissero le ranocchie, fermiamoci! e così fecero.

Passarono gli anni e loro crebbero liberi di andare in giro e tornare nel bosco quando volevano.

Se passate di là e vedete un grosso maiale, non chiedetevi che ci fa lì tutto solo? perchè non lo è.

                                                                                 C.P. 


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19 agosto 2011 5 19 /08 /agosto /2011 19:29

Un giorno, mia figlia Martina, è andata a casa della sua amica Barbara. Per merenda Adele ( la mamma di Barbara ) ha preparato dei MUFFIN al cioccolato, così buoni che Martina ne ha mangiati ben quattro; il che è molto strano, perchè di solito non mangia dolci.

Chiesi subito la ricetta ad Adele; da quel giorno, preparo i Muffin ogni due giorni. Scrivo la ricetta ( con il consenso di Adele ) perchè sono sicura che anche ai vostri figli piaceranno:

 

INGREDIENTI:                 

 

200 gr di carote,

200 gr di zucchero,

2 uova,

un bicchiere di olio di semi,

un bicchiere di latte,

300 gr di farina,

1 bustina di lievito, 

50 gr di gocce di cioccolato,

un pizzico di sale.

 

 

 

 

 

 

 

PREPARAZIONE:

tritare le carote con un frullatore, unire lo zucchero,la farina, uova, olio, latte e il pizzico di sale; frullare il tutto per qualche miuto, aggiungere il lievito e frullare per altri tre minuti.

versare in una terrina il composto, aggiungere il cioccolato e mescolare, preparare i pirottini sulla teglia del forno e versare l' impasto senza riempirli troppo; cuocere in forno già caldo per 15/20 minuti  a 180°.

 

sono buoni, nutrienti e leggeri!

provate a farli e poi scrivetemi un commento  CIAO!!


 

                                                                         CP

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27 luglio 2011 3 27 /07 /luglio /2011 15:12

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

 300 gr. DI PASTA FARFALLE

 250 gr. DI NASELLO SURGELATO

 300 gr. DI POMODORI MATURI

 1 PUGNO DI PREZZEMOLO

 50 gr. DI OLIVE NERE DENOCCIOLATE

 1 SPICCHIO D'AGLIO

 4 CUCCHIAI DI OLIO D'OLIVA EXTRAVERGINE

 SALE-PEPE-PEPERONCINO

 

PREPARAZIONE: Mentre cuoce la pasta farfalle (ca. 12-15 min.) in un tegame far scaldare l'olio con lo spicchio d'aglio, sbucciato e leggermente schiacciato, il peperoncino e un poco di prezzemolo tritato, farli appassire, unire il nasello a pezzetti (precedentemente scongelato) cuocere per 5 min. aggiungere i pomodori tritati, salare, pepare e continuare la cottura per altri 5 min. ca. a fuoco vivace, mescolando di tanto in tanto.

Aggiungere infine le olive nere e continuare la cottura per altri 5 min.

A fine cottura (a fuoco spento) cospargere il tutto con il rimanente prezzemolo  tritato.

Scolare la pasta e condire con il sugo preparato, servire caldo.

BUON APPETITO!!!

                                  C.P.   

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26 luglio 2011 2 26 /07 /luglio /2011 18:07

Bruca di quà, bruca di là, il piccolo cerbiatto senza accorgersene si allontana dalla sua mamma, quando vede il sole calare dietro al monte, si guarda attorno ma non vede più nessuno, è rimasto solo.

Devo trovare la strada per raggiungere il branco pensa, poi mi è venuta fame di latte, devo trovare la mia mamma.

Il cerbiatto incomincia a correre lungo un sentiero ma ormai è buio e già si odono i rumori della notte, è stanco, impaurito e affamato, si sdraia vicino ad un masso, due piccoli occhi lo guardano, fa un balzo indietro spaventato: -chi è la! chiede, sono una marmotta, ti sei sdraiato sul mio ingresso, spostati più in là!

Il cerbiatto ubbidisce e si rimette a dormire ma un rumore lo sveglia, chi è la! chiede: -ho! dormi pure sono un riccio di pattuglia, dormi! dormi!

Un forte battito d'ali lo sveglia di nuovo, chi è la! chiede: -dormi sono la civetta, controllo il cielo!

Ormai il piccolo cerbiatto non ha più sonno: - ma perchè voi non dormite? chiede: - perchè siamo animali notturni, dormiamo di giorno: - io invece dormo sia di giorno che di notte, ora però ho fame e paura, vorrei tanto la mia mamma.

In quel mentre passa una puzzola: - ti porto io dalla tua mamma! tutti risero ma il cerbiatto fu felice di seguire quell'odore che era più una puzza, perchè dopo poco arrivò dalla sua mamma.

                                                  C.P.                            mesnu_sx_cerbiatto-1-.jpg

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26 luglio 2011 2 26 /07 /luglio /2011 17:25

canstock0247543-1-.jpgUn forte temporale rumoreggiava nella valle, anche il mare poco lontano aveva onde alte e spumeggianti.

Sugli scogli al riparo dalle onde una famiglia di gabbiani aspettava la fine del nubifragio.

Fra un po' sarà tutto finito! disse mamma gabbiano, dopo un temporale i pesci vengono in superficie e potremo mangiare a sazietà! ma ecco il sole spuntare fra le nuvole e ad est dove il cielo era  ancora grigio un bel arcobaleno risplendeva  sopra la vallata.

Il Signor Mario è un fotografo dilettante, è arrivato sulla spiaggia e incomincia a scattare fotografie, che bel gruppo di gabbiani! e pensa che con lo sfondo del mare e gli scogli scuri le sue foto saranno proprio belle.

I gabbiani volarono tutti verso l'arcobaleno, trovata la corrente giusta chiusero le ali, sembrava proprio che si fossero posati sull'arcobaleno e Mario scattò diverse foto.

Tornato a casa sviluppò le fotografie e rimase a bocca aperta vedendo quelle dei gabbiani sull'arcobaleno, gli piacquero particolarmente e decise di mandarle ad un giornale per farle pubblicare.

Da quel giorno, molte persone arrivarono nel piccolo paesino per vedere i gabbiani e il paesaggio mozzafiato delle fotografie, tutti davano loro del cibo e spesso quando il temporale cessava si ripeteva il miracolo.

Che bello trovare da mangiare senza fare fatica!! (pensavano i gabbiani)

Tutto merito della pubblicità.    

                                                                                        C.P

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17 luglio 2011 7 17 /07 /luglio /2011 22:30

In una piccola tana in mezzo a dei sassi sotto terra, una famiglia di lucertole dorme, ma un raggio di sole filtrando fra i sassi svegliò lucertolina: - che bello c'è il sole! è primavera! pensò e corse fuori correndo, si accorse che sotto alle sue piccole zampette c'era la neve: - cos'è questa cosa così fredda, mi fà stare male e salì su un sasso nero molto caldo, ma poi il sole si spostò e lucertolina salì su un altro sasso.

Di sasso in sasso si allontanò molto dalla tana e non sapeva come tornareimagesCAABYXEA.jpg.

Un passero si posò vicino a lei: - cosa fai in giro con questa neve, dovresti essere al calduccio nella tua tana! -: ho visto il sole e ho sbagliato stagione!

Sai disse il passero la mia mamma dice che devo mangiare ogni cosa che striscia! -: anche la mia mi dice che devo mangiare ogni cosa che vola però io sono troppo grande per te e tu lo sei per me, perciò se vuoi comportiamoci da amici! daccordo hai ragione ammise il passero e diventarono amici.

Dovrei tornare alla mia tana, ma con questa neve morirò di freddo prima di arrivare!

Chiamo la mia mamma disse il passero, lei saprà cosa fare!

Cinguettò in un modo allarmato e mamma passera arrivò immediatamente; vedo che hai rimediato la cena, bravo! no mamma non è la cena! è la mia amica lucertolina e tu la devi aiutare a tornare alla sua tana.

Piccolo mio le lucertole si mangiano non si riportano a casa! lo so! ma lei è mia amica non potrei mangiarla!

A malincuore mamma passera si mise lucertolina sulla schiena tra le ali e con qualche saltello e un battito d'ali arrivarono alla breccia tra i sassi : - ecco lì sotto c'è casa mia! grazie!

Prego! disse mamma passera ma ricordati è pericoloso prendere decisioni quando si è piccoli, bisogna sempre chiedere prima agli adulti.

                                                                                                        C.P.

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17 luglio 2011 7 17 /07 /luglio /2011 17:36

La sala da pranzo è in fermento, oggi si festeggia il battesimo del piccolo Luigino.

Il grande tavolo in noce è stato allungato e la credenza, che ne è segretamente innamorata, lo guarda ammirata sospirando.

Le sedie vengono sistemate tutte attorno e anche quelle che di solito hanno una posizione lontana ora vengono avvicinate e sembrano tanti soldatini attorno al loro comandante.

All'interno della credenza i piatti e i bicchieri si agitano, nontazza_11-160x120-1-.jpg vedono l'ora di uscire e venire utilizzati, sono anni che stanno lì dentro e cominciano ad annoiarsi.

State tranquilli! dice loro la credenza, altrimenti sudate e perderete la lucentezza! nei cassetti anche le tovaglie discutono l'avvenimento; useranno me dice quella azzurra, visto che è il battesimo di un maschietto! non necessariamente dice quella bianca, sono io la più adatta! le altre tovaglie stanno zitte perchè il tavolo così allungato è troppo grande per loro. Il tavolo si sente il re della sala, tutti lo guardano, anche i fiori sul davanzale si sono girati verso di lui ed è tutto un vociare di approvazioni.

Ma ecco che entra la signora Marta, ha in mano una grande scatola e tira fuori una tovaglia gialla con tanti limoni e arance disegnate sopra; -Non è possibile! si lamenta il tavolo, - Non può farmi questo... ha un' aria acida e con quei limoni lo è ancora di più; non è degna di me! Ma ecco che dalla scatola escono piatti e bicchieri di plastica, nella credenza sono tutti ammutoliti, anche i fruit che sono i più dignitosi sono sgomenti ma pensano che sicuramente quando arriveranno gli ospiti e faranno il brindisi per il piccolo Luigino verranno usati.

Arrivano gli ospiti, mangiano e bevono senza badare al tipo di stoviglie che hanno in mano, solo il nonno rifiuta il bicchiere di plastica, apre la credenza, prendi me!, prendi me! gridano i bicchieri; come tintinnano questi bicchieri sono di buona qulità pensò il nonno.

Prese un bicchiere e lo riempì di vino.

Verso sera, quando il bicchiere tornò al suo posto, gli altri fecero mille domande...., sono stato benissimo, ho fatto un bagno caldo in una macchina favolosa, con relativo massaggio, sono rilassatissimo e si addormentò

Chissà se in futuro sarà utilizzato? siamo nell'era moderna ed è più pratico usare piatti e bicchieri di plastica a discapito dell'eleganza.

                     C.P.

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15 luglio 2011 5 15 /07 /luglio /2011 19:10

In fondo al mare una piccola sirena si annoiava, quel giorno non era andata a scuola perchè aveva mal di coda, ma ora stava meglio e cercava qualcosa da fare, i genitori erano usciti e lei decise di fare una nuotatina fuori casa giusto per far passare il tempo.

Nuotando si accorse che la corrente era molto forte e faceva fatica a tenere la direzione giusta, poi all'improvviso un mulinello la catturò, cominciò a girare su sè stessa molto velocemente e la corrente la trascinò in alto e quando tutto si calmò vide che era arrivata in superficie, vicino alla terra ferma.

Uno splendido sole brillava sopra la sua testa, era la prima volta che lo vedeva, lei era molto piccola e i grandi le dicevano che era molto pericoloso avvicinarsi così tanto al cielo, al sole e alla terra; lei però si sentiva benissimo e il caldo del sole le piaceva tanto, si guardò in torno, sulla riva vide un cavallo bianco, al suo fianco un ragazzo.

Si avvicinò, -: ciao! mi chiamo Martina e sono una sirena, un mulinello mi ha portato quassù e ora non so come tornare a casa, mi pui aiutare!

Il ragazzo la guardò stupito, aveva sentito parlare di sirene ma non pensava esistessero davvero.

-: non saprei disse, io sono il figlio di re Carlo e abito in quel castello, se vuoi ti porto lassù, il nostro mago di corte sa molte cose e lui sicuramente troverà la soluzione.

La fece salire sul suo cavallo che nitrì, sì grazie! rispose Martina: - perchè lo ringrazi? chiese il ragazzo, : - perchè mi ha chiesto se stò comoda.

tu capisci il linguaggio del cavallo? chiese ammirato.

:- Certo! noi a scuola impariamo le lingue di tutti gli animali, terrestri e marini, io sono ancora piccola e ne ho imparate poche ma quando sarò grande le conoscerò tutte.

Giunto al castello il principe Alberto chiamò il padre e il mago di corte, poi si sparse la voce ed altre persone arrivarono ad ammirare la bella sirena, che con tutti quegli occhi addosso si sentiva a disagio, pergiunta loro erano tutti vestiti mentre lei era nuda ed incominciava ad avere freddo e anche fame.

Martina chiese al mago di fare qualche cosa al più presto, lui riempì d'acqua tiepida una vasca e le portò qualche pesciolino rosso che lei gradì, si posò sul fondo e si addormentò.

Quando si svegliò era notte fonda, guardò in alto e vide le stelle e la luna piena.

Il principe Alberto dormiva su una panca vicino alla vasca, Martina pensò che era stato carino il principe a non lasciarla sola e la vista del cielo illuminato dalle stelle e dalla luna le fece battere forte il cuore e pensò che quella scena non l'avrebbe mai dimenticata.

Alberto si svegliò e una cameriera gli portò la colazione, lui fece assaggiare a Martina un po' di quel cibo, lei lo mangiò pensando che il gusto era abbastanza buono anche se un po' stopposo, non era bello, viscido e scivoloso come i pesciolini che mangiava per colazione, ma ingoiò e ringraziò il principe.

Ora però devi trovare il modo per farmi tornare a casa! Alberto la mise sul cavallo e la riportò in riva al mare, nel tragitto lei e il cavallo parlarono di quello che sarebbe successo di lì a poco al regno di re Carlo, il cavallo aveva saputo che dei cavaglieri armati stavano raggiungendo il villaggio con l'intento di conquistarlo e uccidere il re.

Martina mise subito al corrente della situazione il principe Alberto che scrisse un messaggio al padre, lo legò al collo del cavallo che ubbidendo al suo comando galoppò veloce fino al castello.

Martina non sapeva cosa pensare ma Alberto le rivelò il suo amore, lei gli chiese di seguirla in fondo al mare per diventare suo marito, lui accettò e insieme si tuffarono fra le onde, un po' più sotto i genitori di Martina la stavano aspettando seguiti da un delfino bianco.

Alberto perse i sensi, pensò che sarebbe morto, lui non poteva respirare sott'acqua! non fu così, si risvegliò dentro ad una grossa conchiglia, vicino a lui Martina che lo guardava con amore, il grosso delfino gli si avvicinò, gli soffiò sul viso e Alberto si accorse di poter respirare come un vero pesce, doveva solo imparare a nutrirsi come loro, l'amore per la bella sirena era fortissimo e desiderava con tutto se stesso di riuscirci.

Sono passati gli anni , Alberto e Martina sono felici insieme in fondo al mare, ogni tanto salgono in superficie per salutare re Carlo e parlare con gli animali.

Lui guarda la sua casa, la sua gente, ascolta i commenti e i discorsi degli umani e pensa: è meglio vivere la sotto!!! e si rituffa.

         C.P.    

 

 

 

 

 

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6 giugno 2011 1 06 /06 /giugno /2011 20:58

Un vecchio gatto randagio zampettava stancamente lungo le rive di un fiume, vide un bel sasso al sole e si sdraiò sopra.

-: aiuto mamma! gridò un topino sbucato dall'erba, c'è un grosso gatto!

mamma topa si avvicinò minacciosa e disse, -:guai a te se osi toccare i miei piccoli!

-: non ti preoccupare! disse il gatto - non ho mai mangiato un topo in vita mia, cerco solo un posto tranquillo dove riposare!

-: davvero non hai mai mangiato topi?- perchè? chiese il topino,

-:certo! l'idea di avere nella mia pancia un musino e due occhietti come i tuoi mi fa passare l'appetito!

mamma topa più tranquilla disse al gatto di abitare in un granaio ben fornito di una casa lì vicino e che la padrona non si era mai accorta di loro.

Possiamo fare in modo che abbia bisogno di te e gli spiegò il suo piano.

Micio miagolò sommessamente fuori dall'uscio, la signora lo vide e presa da pietà gli portò una ciotola con del cibo, mentre il gatto mangiava passarono dei topini di corsa, subito la signora strillò dalla paura , micio lasciò il suo cibo e li rincorse, tornò con un topino  in bocca per la coda, lo mise ai piedi della signora che lanciò un grido, -: portalo via buttalo nel fiume! micio lo riprese in bocca e lo lasciò libero nel prato, ritornò al suo pasto ma arrivò un altro topino, altre grida da parte della signora, altra rincorsa da parte del gatto e ritorno con il topo finto morto in bocca.

-: non lo voglio vedere buttalo via! e il gatto eseguì

-: ti prego disse la signora accarezzandolo, non andartene, ho bisogno di te! e gli portò un bel cuscino per dormire.

Il gatto riposò fino a notte fonda, poi andò nel granaio a ringraziare i topolini e mamma topa che gli consigliò di rimanere con loro  per sempre, così tutte le notti micio dormiva con i suoi amici topini sdraiati adosso per stare più caldi e al mattino si faceva trovare fuori dalla porta pronto per la colazione, passarono gli anni arrivarono nuovi topini che fin da piccoli si abituavano a lui, finchè una mattina d'inverno si accorsero che micio era freddo, piano piano lo portarono nel cesto davanti alla porta, dove la signora lo trovò e piangendo lo seppellì nel giardino.

l'anima di micio salì in paradiso al cospetto di San Pietro che gli chiese se era stato contento della sua vita terrena,  lui rispose che era stato un gatto libero e negli anni della sua vecchiaia aveva avuto anche una famiglia era stato un gatto felice.

Micio gurdò giù sulla terra e in un prato vide tanti  topini che  si rincorrevano felici.

      CP.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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6 giugno 2011 1 06 /06 /giugno /2011 16:37

Nel laboratorio di una città su un pianeta molto lontano dalla terra, un gruppo di scienziati da molti anni studiavano il pianeta terra, avevano capito che era abitata da varie speci , piante e animali; le piante le avevano studiate e capite, sapevano tutto di loro e avevano stabilito quale fosse la più utile e quale la meno importante per l'eco sistema; ma sugli animali erano indecisi, decisero di mandare uno di loro a vedere da vicino come stavano veramente le cose.

L'Extra terrestre arrivò e incominciò il suo lavoro sopra e sotto la terra, ammirò le talpe per le lunghe gallerie che sapevano scavare, le formiche per il groviglio di passaggi che sapevano realizzare nel formicaio, le api per i grandi alveari ed il buon miele, gli uccelli per i nidi più strani che sapevano costruire.

Seguì i buoi, i cavalli, gli asini nel loro lavoro, guardò le pecore che brucavano l'erba e tenevano puliti i sentieri, poi vide l'uomo, lo seguì e notò che uccideva le talpe perchè mangiavano le radici delle verdure seminate sopra il terreno, distruggeva i formicai senza un valido motivo, prendeva il miele alle api senza chiedere il permesso, sparava agli uccelli e frustava gli animali che lavoravano per lui, alle pecore prendeva i piccoli e se li cucinava e li mangiava.

L'Extra terrestre tornò nel suo laboratorio, scrisse nel suo rapporto ciò che aveva visto e in fondo annotò....poi c'è l'uomo grande e grosso ma parassita che sfrutta tutti gli altri esseri viventi in modo incoerente e con cattiveria.

                                                                                                                                                                      CP.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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