La grande quercia scuoteva con rabbia le fronde, cosa c'è nonno chiese la piccola quercia cresciuta da poco ai piedi del poderoso albero, non lo aveva mai visto così arrabbiato ed era preoccupata.
Vedi quel signore che parla a tutta quella gente in mezzo al prato con il microfono in mano? ascolta cosa dice.
Cari concittadini, quando avranno abbattuto la vecchia costruzione che vedete alle mie spalle, faremo un'oasi verde e costruiremo un percorso ciclabile circolare, così facendo daremo la possibilità ai nostri figli e a tutte le persone che lo desiderano di fare sport e movimento all'aria aperta.
Grazie e buon pomeriggio a tutti!
Cosa c'è di male nonno, ha detto cose giuste!
Il nonno la guardò con tenerezza, lui aveva secoli di esperienza e tutte le volte che una folla si era radunata lì vicino non aveva mai portato niente di buono.
Sappi piccolina, cominciò a raccontare con voce profonda ma suadente che invogliava gli alberi attorno a girare le loro fronde nella sua direzione per ascoltare.
Tanto tempo fa, in quello stesso punto c'era un grosso pino e tutto attorno altri pini, querce, castani, betulle, rubine, un bosco inmenso e favoloso, tra i rami nidi di uccelli e nel sottobosco caprioli e maiali selvatici, i viandanti lasciavano la via maestra e venivano a riposare e a consumare un pasto frugale all'ombra dei fronduti rami, poi un giorno, io ero piccolo come te adesso e stavo proprio quì col nonno, ero felice, il rumore del bosco mi faceva compagnia, a volte carpivo il dialogare che gli alberi facevano fra loro, il nonno era il più anziano e ne aveva di storie da raccontare.
Un giorno di primavera, il sole filtrava tra i rami intrecciati e nel sottobosco una miriade di animali, animaletti, insetti, vivevano felici secondo le leggi della natura, all'improvviso un rumore di zoccoli di tanti cavalli interruppe la tranquillità del bosco, arrivarono molte carrozze e calessi, dalle quali scesero signori eleganti in abiti scuri e bombetta in testa, al loro fianco signore altrettanto eleganti con cappellino e veletta.
Uno di loro con modi molto autoritari si avvicinò al grande pino, tutto attorno si riunirono le persone arrivate con lui, la foresta intera si chiedeva cosa facesse li tutta quella gente, gli alberi più giovani non avevano mai visto un calesse.
Il signore autoritario che risultò essere il sindaco della cittadina al limitare della foresta, guardò l'ora sul suo orologio da taschino, si fregò le mani, bene disse, ora che ci siamo tutti vi voglio parlare di un progetto che l'intera comunità ha approvato, il progresso avanza e molte cose per stare al passo con i tempi, vanno modificate.
Tirò fuori un grande foglio e lo inchiodò al tronco del pino.
La foresta ammutolì, nessun uccello osò cinguettare e nessuno mosse una foglia, ecco quà disse indicando con una bacchetta dei disegni sul foglio.
Tutto quello che vedete quì attorno verrà abbattuto e proprio quì dove mi trovo io costruiremo un grande palazzo che sarà sede del comune ed uffici di pubblica utilità, costruiremo un grande viale e gli alberi che si trovano ai lati li terremo tutti, gli altri verranno abbattuti, la folla applaudì: evviva il progresso! ai tempi nuovi e spazio a nuove costruzioni.
Così il mio nonno venne abbattuto, ricordo ancora la sua tristezza, non tremo per me disse, io ho vissuto tanto, tutto il tempo che il buon Dio ha dato alla mia specie, mi preoccupo per te, non so se avrai la mia stessa fortuna, capisci piccolina!
Io adesso non ho raggiunto neanche la metà degli anni che aveva mio nonno quando venne abbattuto, ma sento che il mio momento è arrivato.
Il giorno dopo arrivarono le ruspe, il palazzo fu raso al suolo e la grande quercia che le stava accanto fu sradicata e cadde a terra con un boato, sollevando una nuvola di polvere, la piccola quercia chinò le fronde, nonno, nonno non mi lasciare implorò, il mio tempo è finito piccola ora è giunto il tuo e vedendo il tracciato della pista nel disegno pensò che sarebbe stato molto molto lungo.
C.P.